All’inizio dello scorso anno Matthew Prince ha cominciato a ricevere telefonate allarmate dai vertici delle grandi aziende del settore delle comunicazioni. Prince, amministratore delegato della Cloudflare, una società che fornisce servizi per la sicurezza infrastrutturale a un quinto del web, racconta che erano preoccupati da una grave e nuova minaccia online. “Si tratta dei nordcoreani?”, gli ha chiesto. “No, è l’intelligenza artificiale”, hanno risposto loro.

Quei dirigenti avevano effettivamente colto i primi segnali di una tendenza che da allora è diventata evidente: l’intelligenza artificiale (ia) sta trasformando il modo in cui le persone navigano su internet. Oggi gli utenti non fanno più domande ai motori di ricerca, ma ai chatbot, e ricevono risposte all’istante piuttosto che link su cui cliccare. Il risultato è che chi produce contenuti, dalle testate giornalistiche ai forum online fino a siti come Wikipedia, sta registrando un forte calo nel traffico degli utenti.

Mentre l’intelligenza artificiale cambia le abitudini online, altera anche le dinamiche economiche che sono alla base di internet. Il traffico degli utenti è stato a lungo monetizzato attraverso la pubblicità, ma ora questo flusso si sta riducendo. Per riprendersi, chi produce contenuti sta cercando un modo per far pagare le informazioni alle aziende di ia. Se non ci riusciranno, il web libero e aperto potrebbe diventare qualcosa di diverso.

 

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Fonte " Internazionale "



Pátek, Srpen 1, 2025



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